Sigaretta elettronica, un mercato in crisi per le tasse e le “bionde” non passano di moda

Il mercato delle sigarette elettroniche rischia la crisi. Dopo il boom iniziale il business della nuova trovata tecnologica sembra subire un brusco arresto. La colpa è della maxi-imposta prevista sull’hardware, che arriverà a imporsi, a partire dal primo gennaio, per il 58,5% del prezzo finale. Così l’attacco da parte del fisco farebbe perdere un settore che, ad oggi, occupa più di 5 mila persone, oltre 3 mila negozi aperti in tutta Italia, e un giro d’affari impossibile da quantificare.

Inoltre l’attività commerciale è ad appannaggio dei giovani. In Sicilia il mercato non è da meno. Dall’inizio dell’anno la presenza di questo tipo di attività commerciale è aumentata in maniera esponenziale. Insomma se dal punto di vista della salute il dibattito è sempre aperto, dal punto di vista economico le idee sono chiare. Bisogna salvare il settore. Ecco che si è creato il sindacato Fiesel – Confesercenti dei rivenditori di vaporizzatori elettrici.

Peratro, le sigarette vere continuano ad essere consumate a volontà, nonostante il momentaneo calo dei consumi dovuto all’exploit di quelle elettroniche.

“Il nostro compito – dichiara Massimiliano Federici, presidente del sindacato – sarà quello di sostenere una categoria giovane e ricca di potenzialità. Il nostro sforzo ci vedrà, inoltre, impegnati anche ad ostacolare la diffusione di erronei convincimenti attraverso un’azione informativa e divulgativa realistica, corretta e scientificamente provata”. “Produttori e Ministero della Salute – è, infine, la richiesta della Fiesel-Confesercenti – stabiliscano norme certe per il mercato delle svapo e per la sicurezza e tutela dei consumatori”.

fonte: resapubblica.it