Sigaretta elettronica: cancellato il divieto nei luoghi pubblici

La breve ma intensa storia delle e-cig è contornata da provvedimenti legislativi che hanno agevolato la loro percezione di utilità nella lotta al fumo tradizionale. Allo stesso tempo l’estensione della normativa antifumo nei luoghi pubblici estesa agli e-smokers, introdotta dal Ministro della Salute Sirchia nel 2003 , ha delimitato il perimetro di agibilità dei cosiddetti “svapatori”, mettendo in crisi un mercato che era schizzato ai primi posti delle classifiche nazionali per numero di start-up. In quest’ottica il Presidente della Commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl), ha presentato un emendamento al Decreto Istruzione che di fatto reintroduce la differenziazione tra il fumo tradizionale e quello elettronico, riabilitando l’utilizzo della e-cig in luoghi pubblici quali ristoranti, uffici, bar, cinema e circoscrivendo il divieto alle sole scuole pubbliche.

Il provvedimento ha scatenato polemiche ma anche plausi. I sostenitori dell’estensione erga omnes della normativa antifumo, considerano l’emendamento fuoriviante e diseducativo. L’ex Ministro Sirchia ha dichiarato che un paese come L’Italia non può lanciare messaggi che inducono alla tolleranza su un tema così delicato.  Stando ad una statistica Doxa i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni sono i maggiori utilizzatori di questo strumento e la sensibilizzazione di una fascia così estesa e particolare della popolazione non può passare in secondo piano. Dello stesso avviso il Presidente dell’Agenzia Nazionale della Prevenzione Giacomo Mangiaracina, che sostiene la necessità della prevenzione e della sensibilizzazione antifumo senza nessuna distinzione di genere.

Di altro avviso ovviamente i produttori, che “aspirano” una boccata d’ossigeno. Massimilano Mancini, Presidente dell’ Anafe-Confindustria, saluta l’emendamento come doveroso, sia per motivi educativi che strettamente distributivi e di mercato. Equiparare il fumo tradizionale a quello elettronico si traduce nell’ incentivo all’utilizzo di sigarette tradizionali e va in direzione opposta alle normative europee che regolano questo mercato. In egual modo Mancini vede di buon auspicio un confronto con il Ministero della Salute relativo all’utilizzo di prodotti certificati

I pareri contrastanti  non mancano ma è assolutamente comprensibile che un tema di questo tipo possa generare dibattito.