Dal congresso di Lisbona importanti novità per la pillola dei cinque giorni dopo.Contraccezione ed educazione sessuale: queste sconosciute.

Dal congresso di Lisbona sono emerse grandi novià per la Pillola dei cinque giorno dopo: un gruppo di ricercatori dell’Università di Honk Kong, infatti, ha confermato quanto già era emerso da uno studio del 2013 sulla pillola dei cinque giorni dopo, ovvero che anche il trattamento con l’ulipristal acetato (il principio attivo dell’innovativa pillola dei cinque giorni dopo), così come quello con levonorgestrel  non ha effetti inibitori sull’eventuale attecchimento/impianto dell’ovulo. Un’altra informazione importante sulla contraccezione che e’ giusto che le donne sappiano e  che bisogna diffondere rapidamente.

E’ sempre più importante infatti educare su questi temi e promuovere la corretta infomazione. Abbiamo già segnalato, come SMIC, attraverso il portale Mettiche, ed oggi anche altre ricerche –  come l’ultimo sondaggio che ha coinvolto oltre 8800 donne in 17 paesi in età compresa tra i 20 e i 30 anni –  confermano la tendenza: le donne sono tutt’altro che informate quando si parla di educazione sessuale e contraccezione. Quasi un terzo delle donne più giovani ritiene che il coito interrotto sia un efficace sistema contraccettivo o che non si può rimanere incinta durante la prima esperienza sessuale; qualcuna (un incredibile 7%) è convinta che la Coca Cola possa funzionare come spermicida. E una su 5 ha già avuto un’interruzione di gravidanza.
 
“In Europa – ha spiegato Paolo Scollo, Presidente nazionale Sigo – le fasce di popolazione più esposte ai rischi derivati da comportamenti sessuali pericolosi sono i giovani. In Italia la situazione è aggravata dal fatto che, a differenza di altri Paesi, l’educazione sessuale non è una materia scolastica obbligatoria. E non è un problema di scolarità, le giovani si sentono al sicuro esponendosi a rischi. Solo il 16% delle ragazze italiane ha seguito lezioni in classe da insegnanti o medici”.
 
“Questi dati devono farci riflettere – ha sottolineato Emilio Arisi, Presidente della Società Medica Italiana della Contraccezione (Smic) – La scelta di quale metodo usare deve tenere conto sia delle condizioni generali di salute ma anche delle esigenze e caratteristiche personali. Ed è compito del ginecologo informare la donna. Purtroppo una su 5 non ha mai parlato di contraccezione con il proprio medico. È invece importante parlare con le donne per informarle correttamente sugli soluzioni che potrebbero utilizzare” inclusa la contraccezione d’emergenza, in caso di errato o mancato uso del contraccettivo.
 

Per saperne di più www.mettiche.it